Pignoramento stipendio: cosa accade

Pignoramento stipendio: 

Si sente spesso parlare di pignoramento del quinto dello stipendio; ma cosa significa realmente e, soprattutto, cosa succede se due o più creditori vogliono pignorare lo stesso stipendio?

C’è chi fa debiti per necessità, chi per leggerezza, chi per vizio. Solo il primo, di solito, li paga” diceva Roberto Gervaso nel 1983.

Oggi, in realtà, il legislatore mette a disposizione dei creditori la possibilità di pignorare lo stipendio del debitore per ottenere il pagamento dei propri crediti piuttosto agevolmente, qualunque sia il motivo per cui sono nati.

pignoramento stipendio

L’esigenza del creditore di veder pagato il proprio credito, tuttavia, si scontra con l’esigenza -costituzionalmente protetta – del debitore e della sua famiglia di mantenere grazie al proprio stipendio un’esistenza libera e dignitosa.

Per questa ragione la legge ha reso lo stipendio pignorabile ma solo nei limiti di un quinto.

La misura della quota pignorabile va determinata sullo stipendio netto: quindi, concretamente, se lo stipendio netto é di € 1.000, la somma pignorabile é di € 200.

Diverso è quando concorrono due o più crediti.

In questo caso bisogna distinguere se i crediti derivano o meno dalla stessa causa, intendendo per “causa” il motivo per cui il debitore ha contratto un debito. Per esempio, se una persona ha un debito perché non ha pagato gli alimenti alla ex moglie e un debito perché non ha pagato gli alimenti al figlio naturale, avrà due debiti, chiamati “debiti alimentari”, che derivano dallo stesso motivo (o causa): non aver pagato gli alimenti.

Se siamo in presenza di crediti che derivano da cause diverse, ad esempio un credito alimentare (il padre che non paga gli alimenti al figlio naturale) e un credito derivante da un tributo non pagato (una tassa provinciale), i creditori hanno la possibilità di pignorare simultaneamente lo stipendio del debitore, ma non oltre la metà del suo importo.

Riprendendo l’esempio di prima su uno stipendio netto di € 1.000 i creditori potranno pignorare fino a un massimo di € 500.

Se, invece, vi sono più crediti che derivano dalla stessa causa (ad esempio un credito derivante dal non aver pagato un tributo statale e un credito derivante dal non aver pagato un diverso tributo comunale) i creditori non potranno pignorare simultaneamente lo stipendio del debitore oltre la misura del quinto.

Quindi, il primo creditore che otterrà il pignoramento potrà soddisfarsi pignorando un quinto dello stipendio e solo dopo l’estinzione di questo debito, il secondo creditore potrà procedere pignorando a sua volta un quinto dello stipendio del debitore.

Le poche pronunce giurisprudenziali sul tema hanno confermato che, in presenza di crediti derivanti da cause diverse (esempio: un credito alimentare e un credito erariale) è ammissibile il concorso anche nel caso in cui il debitore abbia dapprima ceduto volontariamente la quinta parte dello stipendio.

La cessione volontaria di un quinto dello stipendio si ha quando un lavoratore chiede un prestito ad una società finanziaria e decide di rimborsarlo lasciandosi pignorare volontariamente un quinto del proprio stipendio. “Quinto” che la società creditrice preleva, quindi, direttamente dallo stipendio del lavoratore fino a che il debito non è estinto.

In questo caso, la Corte di Cassazione ha affermato che é legittimo un successivo pignoramento di pari valore, chiesto da un altro creditore per un debito diverso, purché la somma dei due non superi la metà dello stipendio del debitore.

IN PRATICA

Lo stipendio può essere pignorato per una somma superiore al quinto e fino alla metà del suo importo solo nel caso in cui concorrono crediti derivanti da cause diverse e non nel caso in cui vi sia una pluralità di crediti derivanti dalla stessa causa.

In tale caso, il secondo creditore potrà soddisfarsi solo dopo l’estinzione del primo debito sempre attraverso il pignoramento di un quinto dello stipendio, e così via per gli ulteriori creditori.

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