Omesso versamento ritenute previdenziali: 24 mesi di tempo per sanare

Omesso versamento ritenute previdenziali

24 mesi di tempo per sanare

Omesso versamento ritenute previdenzialiOmesso versamento ritenute previdenziali – Tra i provvedimenti inseriti nella legge di conversione del Decreto Semplificazioni, in fase di esame parlamentare, è stato approvato un emendamento che interviene in materia di DURC e in particolare sulla fattispecie di omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali operate dal datore di lavoro sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti. Il Legislatore ha esteso da tre a ventiquattro mesi il termine entro qui l’omissione può essere sanata con il versamento di quanto dovuto. Il termine decorre dalla contestazione o dalla notifica dell’avvenuto accertamento della violazione. L’intervento del Legislatore si è reso necessario, anche a seguito delle numerose richieste inoltrate dai Consulenti del Lavoro, per consentire una completa armonizzazione della disciplina del DURC con riferimento alle attuali possibilità di regolarizzazione legate alla rottamazione dei ruoli.

Trattenute previdenziali
Il datore di lavoro dipendente, nella sua qualità di sostituto d’imposta, è l’unico responsabile anche del versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali trattenute in busta paga.
La contribuzione complessivamente dovuta dal datore di lavoro, infatti, è comprensiva della quota a carico del lavoratore, detratta dall’imponibile complessivo e trattenuta a quest’ultimo, al momento della corresponsione della retribuzione.
Proprio a questa disciplina, di tutela dei lavoratori dipendenti, si applica l’emendamento alDecreto Semplificazioni, appena approvato in Parlamento, che porta a 24 mesi il termine per sanare l’omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali operate dal datore di lavoro.

Depenalizzazione del reato
La depenalizzazione di numerose ipotesi di reato in materia di lavoro e previdenza obbligatoria, voluta dal Legislatore del 2016, riguarda, seppure parzialmente, anche l’omesso versamento delle ritenute previdenziali: è stata infatti individuata una soglia, pari a 10.000 euro, al di sotto della quale al datore di lavoro viene applicata una sanzione amministrativa pecuniaria che va da euro 10.000 a euro 50.000.
L’omesso versamento delle ritenute per un importo superiore a euro 10.000 annui è invece punito con la reclusione fino a tre anni e la multa fino a 1.032 euro.
I versamenti che concorrono alla determinazione della soglia, sono quelli relativi al mese di dicembre dell’anno precedente all’annualità considerata, da versare entro il 16 gennaio, fino a quelli relativi al mese di novembre dell’annualità considerata, la cui scadenza di versamento è il 16 dicembre.

Novità del Decreto semplificazioni
Sulla base dell’emendamento in esame, il datore di lavoro che non provveda entro i 24 mesi, potrà versare, entro i successivi 60 giorni, l’importo della sanzione in misura ridotta pari alla terza parte del massimo della sanzione o, qualora più favorevole, pari al doppio del minimo. In questo caso l’importo sarà pari ad euro 16.666, ovvero un terzo del massimo.
L’assenza del pagamento nei termini assegnati consentirà l’avvio del procedimento di emissione dell’ordinanza ingiunzione per l’irrogazione della sanzione pecuniaria fino alla misura edittale di 50.000 euro.
Il superamento della soglia conferma la natura penale dell’illecito, tale condizione sarà verificabile solo alla scadenza dell’annualità considerata, dopo il 16 gennaio dell’anno successivo.
Anche per questa fattispecie, verrà assegnato al datore di lavoro un termine di ventiquattro mesi per il versamento delle ritenute omesse, il versamento nei termini costituisce causa di non punibilità.
Il nuovo termine, fissato a ventiquattro mesi, consente ai soggetti richiedenti di fruire pienamente dei termini, da quest’anno fissati a 5 anni, per il pagamento delle rate dovute in base all’adesione alla rottamazione delle cartelle 2019.
In passato, infatti, accadeva sovente che il pagamento delle prime rate della rottamazione non arrivasse a coprire l’intero importo delle ritenute omesse, che il datore di lavoro si trovava comunque a dover versare integralmente entro i tre mesi dalla diffida, per evitare l’applicazione delle sanzioni.

 

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