Le misure restrittive attualmente in atto e inizialmente previste fino al 13 aprile sono state prorogate dal DPCM 10 aprile 2020 fino al 3 maggio. Sul fronte degli spostamenti personali non sembrano esserci novità: restano consentiti solo se motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o motivi di salute, vige il divieto di assembramento e quello di accesso ai parchi e giardini pubblici, ecc. Sul fronte delle attività produttive, invece, lo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella conferenza stampa di ieri ha annunciato che, dal 14 aprile, sarà consentita l’apertura di cartolerie, librerie e negozi di vestiti per bambini e neonati. Vengono, inoltre, inserite tra le attività produttive consentite la silvicoltura e l’industria del legno.

Conte ha definito la proroga delle restrizioni “una decisione difficile ma necessaria”: sebbene infatti i segnali della curva epidemiologica siano incoraggianti, è necessario compiere un ulteriore sforzo di mantenimento delle distanze sociali per non vanificare gli sforzi compiuti. “La proroga vale anche per le attività produttive – ha spiegato Conte – la tutela della salute è al primo posto ma tentiamo di ponderare tutti gli interessi in campo, ci sta molto a cuore anche la tenuta del nostro tessuto produttivo. La nostra determinazione è quella di allentare il prima possibile le misure per far ripartire il motore del nostro Paese. Non siamo però ancora in quella condizione”. Le eccezioni alla chiusura citate sono contenute negli Allegati al DPCM.

Per quanto riguarda, invece, le attività professionali, il decreto riprende le raccomandazioni già contenute nel DPCM 11 marzo 2020: l’utilizzo del lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza, l’incentivo delle ferie retribuite, l’assunzione di protocolli anti-contagio, l’incentivo alla sanificazione dei luoghi di lavoro. Si sottolinea, però, che secondo l’art. 8 del DPCM 10 aprile 2020 si continuano ad applicare le misure di contenimento più restrittive adottate dalle Regioni relativamente a specifiche aree del proprio territorio.

A titolo di esempio, si cita l’ordinanza 4 aprile 2020 della Regione Lombardia, la quale prevede che le attività professionali, scientifiche e tecniche di cui ai codici 69 (Attività legali e contabili), 70 (Attività di direzione aziendali e di consulenza gestionale), 71 (Attività degli studi di architettura e d’ingegneria; collaudi ed analisi tecniche), 72 (Ricerca scientifica e sviluppo) e 74 (Altre attività professionali, scientifiche e tecniche) debbano essere svolte in modalità di lavoro agile, fatti salvi gli specifici adempimenti relativi ai servizi indifferibili ed urgenti o sottoposti a termini di scadenza. Qualora l’esercizio dei predetti servizi indifferibili ed urgenti o sottoposti a termini di scadenza comporti il contatto diretto con i clienti presso gli studi delle attività, essi devono avvenire esclusivamente previo appuntamento. Attualmente l’ordinanza ha efficacia fino al 13 aprile. Il professionista dovrà dunque monitorare possibili interventi più restrittivi della propria Regione.

Il Presidente del Consiglio ieri ha parlato anche della “fase 2”, dichiarando che Governo è già al lavoro per far ripartire il sistema produttivo attraverso un programma articolato di cui fa parte anche l’istituzione di un gruppo di lavoro di esperti.
Il Comitato è guidato da Vittorio Colao e ha il compito, con il Comitato tecnico-scientifico, di elaborare le misure necessarie per una ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive, anche attraverso l’individuazione di nuovi modelli organizzativi e relazionali, che tengano conto delle esigenze di contenimento e prevenzione dell’emergenza. Del comitato fa parte anche il commercialista Riccardo Ranalli.

Il secondo pilastro della ripartenza è la sicurezza sui luoghi di lavoro. Il Governo si baserà sul protocollo già siglato a marzo, ma il comitato tecnico-scientifico lo sta integrando e rafforzando: sarà quello che consentirà una ripresa in tutta sicurezza delle attività produttive. “La raccomandazione a tutti responsabili delle aziende – ha sottolineato Conte – è di iniziare ad approfittare di questo momento di sospensione dell’attività per sanificare i luoghi di lavoro, predisporre le condizioni di massima sicurezza per i lavoratori attrezzandosi già ora per la corretta applicazione di tutte le rigorose di misure di protezione”.

Al momento delle domande della stampa il Presidente del Consiglio ha fatto una precisazione anche sull’eventualità di istituire una tassa patrimoniale o un contributo di solidarietà per fronteggiare l’emergenza COVID. “Non ne abbiamo parlato al al tavolo dei capi delegazione – ha concluso Conte – perché non c’è nessuna proposta concreta, il Governo ha fatto nessuna proposta del genere e non la vedo personalmente all’orizzonte”.