I nati in Italia al minimo storico

I NATI IN ITALIA AL MINIMO STORICO L’ALLARME DELL’ISTAT: I PARTI CALANO DEL 2%, LA POPOLAZIONE INVECCHIA E SI RIDUCE

Anche nel 2017 in Italia sono nati meno bambini. Niente di nuovo, se non fosse che stavolta è stato registrato il minimo storico. Nelle culle dello Stivale, infatti, sono arrivati soltanto 464 mila nuovi nati; un record che fa segnare – 2% rispetto al 2016, ma soprattutto la nona diminuzione consecutiva dal 2008, quando le nascite erano state 577.000, cioè oltre 110.000 bambini in più rispetto all’anno che si è appena chiuso. A darne notizia è l’Istat che ha reso noto l’ultimo rapporto demografico, da cui scopriamo anche che al primo gennaio 2018 la popolazione italiana ammonta a 60.494.000. Centomila in meno rispetto al 2017.

L’Italia che invecchia – Secondo l’Istat, viviamo in un paese sempre più anziano: dove oltre un abitante su 4 ha più di 65 anni e in cui si contano 647mila decessi. Nel 2017 sono morte il 5,1% in più delle persone e in numeri percentuali possiamo dire che sono deceduti 10,7 individui ogni mille abitanti, contro i 10,1 deceduti nel 2016. Inevitabile quindi che il saldo naturale della popolazione risulti negativo.

«La verità è che siamo all’interno di una vera e propria trappola di fecondità – commenta Patrizia Faina, demografa dell’Università Bicocca di Milano – è da almeno trent’anni che le nascite continuano a calare, senza considerare che il vero ultimo baby boom è del 1964». Ora, secondo la demografa: «La propensione a procreare non è che sia cambiata, è che sono pochi quelli che procreano. E in Italia si sta verificando il fenomeno contrario a quello che sta succedendo nel resto del mondo, ed è per questo che nel 2050 la popolazione del pianeta sfiorerà i dieci miliardi».

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Ma chi ha smesso di avere figli? – I giovani, sicuramente. Il tasso di fecondità – il rapporto tra il numero di figli nati dalle donne di una certa età e il numero totale delle donne di quella età – continua a diminuire per le persone più giovani. Cala tra i 20 e 24 anni (oggi è circa 14 bambini ogni 100 donne), ma anche tra 25 e 29 anni, così come per le donne tra i 30 e i 34 anni, quelle con il tasso di fecondità più alto oggi, ma che in realtà mettono al mondo sempre meno figli.

A crescere, invece, è il numero di madri oltre i 35 anni e anche oltre i 40 anni. L’età media delle donne quando partoriscono (l’Istat fornisce solo l’età delle madri in questi indicatori) è arrivata in Italia a 31,8 anni e ogni anno continua lentamente a crescere.

Hanno cominciato ad avere meno figli anche le persone di origine straniera. Nel 2007 i bambini nati in Italia da almeno un genitore straniero erano 87.000 e stavano crescendo. L’anno dopo erano diventati 96.000 e nel 2012 avevano raggiunto i 108.000, che è stato il tetto massimo. Dal 2013 anche questi nuovi italiani (non tutti ancora oggi con diritto di cittadinanza) hanno cominciato a diminuire e nel 2017 sono nati 98.000 bimbi con almeno un genitore straniero, 2.000 meno dell’anno precedente.

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Sempre meno nati al Sud – I numeri di figli diminuisce ovunque, ma il calo è stato molto più forte nelle regioni meridionali: gli italiani che vivono al Sud hanno smesso più degli altri di avere figli. Quindici anni fa in Campania, Puglia e Sicilia, nascevano ancora più di 10 bambini all’anno ogni 1000 abitanti. Al Nord solo il Trentino Alto Adige superava questa soglia. Oggi non succede più in nessuna Regione d’Italia e, solo nella provincia di Bolzano, l’indicatore che gli statistici chiamano quoziente di natalità resta a 10,4. Un parametro importante, quello del quoziente di natalità, che serve a capire cosa stia succedendo indipendentemente dal fatto che una zona sia grande o piccola e più o meno popolosa. Per l’intera Italia nascono 7,7 bambini ogni 1000 persone: solo dieci anni fa erano 9,8. Il calo più drastico è stato proprio dove nascevano più figli. La provincia di Napoli nel 2002 era la più prolifica d’Italia: venivano al mondo 12,4 bambini ogni 1000 abitanti, mentre oggi sono scesi a 9. Ma la situazione è variegata. Anche in alcune zone del Nord-Est c’è stata una forte diminuzione: nella provincia di Vicenza si è passati in dieci anni da 10,7 a 8,7 bambini e in quella di Treviso da 11 a 8,7. Una Regione come il Piemonte, che 10 anni fa vedeva nascere 9 bambini ogni 1000 dei suoi abitanti, oggi si deve accontentare di accoglierne appena 7,3.

 

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