DPA pro e contro Dichiarazione Preventiva di Agevolazione

DPA pro e contro Dichiarazione Preventiva di Agevolazione

La DPA è la nuova Dichiarazione Preventiva di Agevolazione, la funzionalità, messa a disposizione dal 9 luglio 2018, è disponibile sul portale dell’INPS. La Dichiarazione Preventiva di Agevolazione, permette alle aziende e ai professionisti incaricati di esprimere, mediante una procedura telematica presente sul cruscotto DiResCo, la volontà a fruire delle agevolazioni contributive e normative.

La procedura, rintracciabile dal messaggio INPS n. 2648 del 2 luglio 2018, nasce allo scopo di garantire un “immediato ed efficace” controllo da parte delle imprese che beneficiano o intendono beneficiare di agevolazioni contributive, senza correre il rischio di vedersi operare il recupero dei benefici fruiti a distanza di anni per mancanza di regolarità del DURC interno che avviene, come sappiamo, nei casi di presenza di requisiti oggettivi previsti dalla norma, ma in assenza di regolarità contributiva.

L’INPS ha chiarito che la richiesta di DPA rappresenta un meccanismo di verifica su base volontaria, il datore di lavoro, infatti, non ha l’obbligo di richiederla, anche se fruisce di agevolazioni normative e contributive. Resta in ogni caso in capo all’Istituto l’onere di accertare la regolarità mediante Durc interno.

Per procedere con la Dichiarazione Preventiva di Agevolazione occorre accedere al sito www.inps.it, entrare nel cruscotto DiResCo e scegliere la funzionalità DPA: dichiarazione per la fruizione di benefici normativi e contributivi.

Una volta selezionata la funzione DPA, sarà possibile inserire la matricola INPS per cui si intende richiedere l’interrogazione.

Il numero di mesi da sottoporre a verifica preventiva corrisponde in genere, ma non necessariamente, ai mesi di spettanza delle agevolazioni di cui ha diritto l’azienda.

Inserita la domanda a sistema, l’Istituto provvederà alle opportune verifiche di regolarità contributiva. Come accade per le atre funzioni del cruscotto DiResCo, le domande inviate verranno registrate e sarà possibile consultare lo stato delle richieste inviate o inviarne una nuova ripetendo il processo appena descritto. Al termine dell’invio della domanda, sarà rilasciata una ricevuta con relativo numero di protocollo, contenente mese, giorno, anno e nominativo dell’azienda per cui si è richiesta la DPA.

Per attestare la regolarità contributiva è necessario che ricorrano le seguenti condizioni:

  • correttezza degli adempimenti mensili e periodici (ad esempio: regolare invio dell’Uniemens mensile, richiesta tempestiva di codici di autorizzazione per la fruizione dei benefici contributivi);
  • corrispondenza tra i versamenti effettuati dall’azienda e i versamenti accertati dagli Istituti previdenziali;
  • inesistenza di inadempienze in atto;
  • richiesta di rateizzazione per la quale l’Istituto competente abbia espresso parere favorevole e regolarità dei pagamenti delle rate;
  • regolarità contributiva nei confronti dell’INPS, INAIL e della Cassa edile se dovuta.

Laddove all’esito della domanda dovessero essere riscontrate delle irregolarità, verrà emesso, da parte dell’Istituto, l’invito a regolarizzare, che, come accade per la procedura del Durc online, verrà spedito sulla pec dell’azienda.

Questo rappresenta una pecca del sistema, pensato per controllare e scongiurare situazioni di recupero.

Sul cruscotto DiResCo, il professionista, ha la possibilità di verificare le domande inviate, lo stato di avanzamento delle richieste e gli esiti, ma non ha la facoltà di verificare eventuali situazioni di scoperture soggette a regolarizzazione. Questo significa che nel caso in cui l’azienda non dovesse controllare la pec, o avvisare il professionista di un’eventuale presenza di invito a regolarizzare, decorsi i 15 giorni, il Durc verrà rilasciato negativo e le agevolazioni in essere soggette a recupero.

Sarebbe opportuno, banalmente, inviare una pec per conoscenza anche al professionista, o inserire sul cruscotto le comunicazioni inviate alle aziende. Ribadiamo che a seguito, di avvio della procedura di Durc, l’Istituto provvede ad inviare, a mezzo pec, all’impresa interessata un preavviso contenente l’indicazione analitica dell’anomalia da risolvere. Le irregolarità devono essere sanate entro il termine perentorio di 15 giorni dalla data della notifica, in mancanza, verrà emesso un Durc negativo e si procederà al recupero delle agevolazioni, in corso e passate.

Per quanto le intenzioni della funzionalità possano apparire positive, in questo particolare momento storico, che vede l’INPS impiegare anni (anche cinque) per operare un controllo su un’azienda e chiedere di rimando 15 giorni per sanare situazioni che ritiene non regolari, non ricevere gli esiti e non poter comunicare in modo efficace con l’Istituto vanifica ogni eventuale beneficio dello strumento.

modello per la riduzione dei premi INAIL 2019

I meccanismi di controllo dell’INPS, negli ultimi tempi, non ci sembrano esattamente volti a favorire la comunicazione, la collaborazione o il controllo preventivo. A pensar male si fa peccato, pertanto, se la reale volontà dell’Istituto è sul serio quella di agevolare le imprese dai pericoli nascosti nella fruizione delle agevolazioni contributive, suggeriamo l’invio di una pec in più, non ci sembra una cosa così complessa da attuare.

Diversamente, a meno di non essere veri amanti del brivido, per poter utilizzare questo strumento, anche da parte dei professionisti e allo scopo di tenere sotto controllo situazioni aziendali e offrire “ulteriore collaborazione”, è necessario sistemare preliminarmente la questione della totale mancanza di comunicazione, carente e totalmente a senso unico.

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