Colloqui di lavoro cosa non dire

Colloqui di lavoro cosa non dire

Le frasi peggiori dette dai candidati nei colloqui di lavoro

L’idea di fare carriera in una startup sta interessando sempre più giovani in Italia. Le gerarchie sono considerate flessibili, ci sono spesso attività di team building e molta libertà. Ma attenzione al colloquio di lavoro: ci sono frasi che proprio non vanno dette.

Colloqui di lavoro cosa non dire

“Scusate, di cosa avete detto che vi occupate qui?”

È ovvio che una startup, in quanto giovane azienda, molto spesso non è conosciuta come una grande impresa o un marchio affermato; tuttavia si dovrebbe mostrare di aver un po’ di dimestichezza col prodotto in questione e con la filosofia aziendale. È importante potersi identificare con l’obiettivo aziendale e avere la passione giusta per migliorare l’azienda con le proprie idee.

“Non credo di aver mai preso una decisione sbagliata”

In generale, pensiamo che ci sia molto da imparare da un fallimento. Ecco perché ognuno dovrebbe riflettere sulle proprie decisioni con attenzione e cercare sempre di migliorarsi; ciò significa anche, a volte, ammettere di aver preso la decisione sbagliata. Soprattutto in una startup, dove non ci si può basare su anni di esperienza, è bene essere consapevoli dei propri limiti.

“Sono abituato a prendere decisioni d’istinto”

In una startup, soprattutto nel settore tech, è importante lavorare con estrema precisione, perché ogni decisione può avere conseguenze importanti. Per questo motivo, le strategie e gli obiettivi si basano, generalmente, su analisi approfondite di dati. Questa continua attenzione al dettaglio dovrebbe essere utilizzata ogni volta, per affrontare al meglio un problema e guardarlo da tutte le diverse angolazioni.

“Sono una frana in inglese”

In molte startup, la lingua aziendale è l’inglese. In generale, tuttavia, nessuno si aspetta la perfezione, poiché quasi tutto si può imparare, fino a quando c’è la volontà. E più che parlare bene in inglese, la maggior parte delle startup dà grande importanza alla voglia di migliorarsi e imparare cose nuove.

“Odio giocare a biliardino”

No, non si tratta di essere un maestro del biliardino o del calcio balilla. Tuttavia, le startup cercano di creare un’atmosfera familiare e amichevole tra i colleghi, motivo per cui ci si diverte anche a trascorrere del tempo insieme, durante e dopo il lavoro. L’atmosfera delle giovani aziende è caratterizzata da un forte spirito di squadra, che può rivelarsi ancora di più in occasione di un torneo di calcio balilla o nel caso di un’attività di team building.

“Non sono responsabile di questo progetto”

In un ambiente di lavoro dinamico come quello delle startup è necessaria una grande flessibilità. Tutti i membri del team sono incoraggiati a contribuire con le proprie idee e a pensare in modo innovativo: si tratta di guardare oltre il proprio naso, ampliare le proprie competenze e, se necessario, utilizzarle in campi di lavoro diversi da quello a cui si è abituati. Quando la situazione diventa difficile, ci si aiuta sempre a vicenda, anche assumendosi compiti che non rientrano nella propria sfera di responsabilità.

“Mi sento frustrato quando le cose non vanno come previsto”

Com’è ovvio che sia, tutti hanno l’ambizione di sviluppare i propri progetti nella maniera auspicata: un metodo di lavoro ben strutturato e la creazione di pietre miliari sono fattori estremamente importanti per raggiungere il successo. Tuttavia, non bisogna scoraggiarsi, se i requisiti del progetto cambiano velocemente e se ci si rende conto che è necessario modificare il proprio piano iniziale. Le decisioni nelle startup devono essere prese rapidamente e la positività, la motivazione e la gioia di lavorare in un ambiente dinamico sono essenziali.

“Sto aspettando di vedere quali compiti mi vengono assegnati”

In una startup si può sempre contare sull’impegno di tutti. Con cervello, un po’ di iniziativa e voglia di fare, si dovrebbe essere attivamente coinvolti nelle attività aziendali e sfruttare i propri punti di forza. Questo si può fare, ad esempio, utilizzando la propria creatività e suggerendo al team i progetti su cui ci si vorrebbe concentrare. Quindi, bisogna sempre chiedere responsabilità e feedback!

“Evito le situazioni difficili”

Le startup devono affrontare l’incredibile sfida di costruire un’azienda di successo partendo solo da un’idea. Per raggiungere risultati migliori della media, ci si pone obiettivi molto ambiziosi e ci si impegna a fondo per raggiungerli e, allo stesso modo, non si dovrebbero evitare i compiti difficili. Quando si lavora su un problema complesso, bisogna darsi da fare finché non si ha una soluzione, anche se ciò significa superare ostacoli e assumersi tante responsabilità. Questo è l’atteggiamento giusto per lavorare in una startup!

“Vorrei mantenere il rapporto di lavoro formale”

Nella maggior parte delle giovani aziende e startup, dare del “tu” è molto comune. Questo vale a tutti i livelli: dall’amministratore delegato al contabile, dal marketing manager al tirocinante. Le gerarchie piatte promuovono la comunicazione tra i membri dell’azienda e le idee e vengono ascoltate allo stesso modo. Il linguaggio informale riduce le distanze e crea fiducia, dando la possibilità di approfondire le relazioni intrapersonali… Non siamo estranei, siamo una squadra! Il rispetto reciproco dovrebbe essere una cosa ovvia e, in fin dei conti, non dipende dalla forma in cui ci si rivolge alle altre persone.

“Mi piacerebbe avere un ufficio tutto mio”

Google così come i maggiori brand hanno mostrato che gli uffici open space funzionano. Considerati innovativi, gli open space permettono ai vari dipartimenti di fondersi e ai canali di comunicazione di essere brevi. Non c’è da stupirsi che le startup si affidino ad uffici di questo tipo: anche i locali di grandi dimensioni possono essere utilizzati in modo più flessibile a seconda del numero e della presenza dei dipendenti. Tuttavia, chi ha paura di non essere in grado di concentrarsi può usare delle cuffie. Molte startup dispongono anche di cabine telefoniche o di postazioni di lavoro individuali, che possono essere utilizzate temporaneamente per un “lavoro silenzioso”.

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