bonus 80 euro LdB 2018 aumentano le soglie

bonus 80 euro LDB 2018 AUMENTANO LE SOGLIE

INSERITA NELLA LEGGE DI BILANCIO 2018 UNA MISURA CHE ALLARGA LA PLATEA DEI POTENZIALI BENEFICIARI DEL BONUS 80 EURO

Nell’ultima bozza della Legge di Bilancio 2018 è possibile rinvenire una misura che interviene a distanza di anni sul Bonus Renzi, meglio conosciuto come “bonus 80 euro”. La novella, che modifica il corpus normativo del TUIR (art. 13, co. 1-bis del Dpr n. 917/1986), aumenta di 600 euro le soglie massime entro le quali è possibile chiedere il credito d’imposta. Quindi, si passa esattamente da 24.000 a 24.600 e da 26.000 a 26.600.

Ciò significa che dal 1° gennaio 2018 i potenziali beneficiari avranno un margine di 600 euro in più per poter avere il bonus intero di 960 euro. Quindi, il meccanismo di dècalage inizierà da 24.601 euro fino a 26.600 euro. Il beneficio si perderà invece da 26.601 euro.

Tale aumento introdotto dal Governo ha l’obiettivo di razionalizzare il diritto al bonus da parte dei lavoratori, anche in vista del rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, i quali, senza questo intervento normativo, sarebbero esclusi dal diritto al bonus Renzi dopo aver percepito l’aumento stipendiale.

Bonus 80 euro – Ricordiamo che si tratta di un importo, spettante ai soli percettori di reddito di lavoro dipendente ed assimilati (sono esclusi i redditi per attività intramuraria, le indennità e gettoni per cariche pubbliche, le prestazioni di previdenza complementare e gli assegni periodici al coniuge), introdotto dal Governo Renzi con Decreto-Legge 24 aprile 2014 n. 66 (decorrenza del bonus dal mese di maggio 2014) e reso strutturale dalla Legge di Stabilità 2015 (art. 1, co. 12-15 della L. n. 190/2014). È erogato direttamente in busta paga dal sostituto d’imposta ed è certificato al dipendente nella CU (Certificazione Unica).

L’importo del “bonus Renzi” è ad “importo fisso” (960 euro annui):

  • senza distinzioni, nella fascia tra gli 8.000 e i 24.000 euro di reddito annuo;
  • applicando il c.d. “meccanismo di décalage”, se il reddito è superiore ai 24.000 euro ma fino a 26.000 euro.

Il “meccanismo di décalage” si ottiene mediante l’applicazione della seguente formula: 960 x [(26.000 – reddito complessivo) /2.000]. Al fine di avere il beneficio, tuttavia, è necessario il verificarsi di due condizioni fondamentali:

  • il reddito complessivo del lavoratore non deve essere superiore ad euro 26.000;
  • l’IRPEF lorda dovuta dal lavoratore (sul reddito da lavoro dipendente ed assimilati) deve essere superiore alle detrazioni d’imposta per lavoro spettanti. In altre parole, le detrazioni da lavoro devono trovare capienza nell’IRPEF lorda dovuta sul reddito da lavoro dipendente e assimilati (la Circolare n. 8/E/2014 ha chiarito che rilevano solo le detrazioni da lavoro e non gli altri tipi di detrazione, come ad esempio, quelle per carichi di famiglia previste dall’art. 12 TUIR).

Inoltre, il reddito complessivo del lavoratore va assunto al netto del reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e delle relative pertinenze.

L’erogazione del bonus è automatico e viene concesso direttamente dal sostituto d’imposta. Il credito anticipato in busta paga dal datore di lavoro può essere poi recuperato dal monte ritenute fiscali, ossia mediante l’istituto della compensazione di cui all’art. 17 del D.Lgs. n. 241/1997.

Se le ritenute fiscali non sono sufficienti a coprire il bonus, il datore di lavoro può recuperare la somma necessaria dai contributi previdenziali. Successivamente, l’INPS recupera i contributi non versati dai sostituti d’imposta alle gestioni previdenziali rivalendosi sulle ritenute da versare mensilmente all’Erario nella sua qualità di sostituto d’imposta.

Da notare, inoltre, che l’agevolazione deve essere “rapportata al periodo di lavoro nell’anno”. Quindi, sarà riconosciuto per “intero” (960 euro) a chi ha lavorato tutto l’anno, mentre per chi ha lavorato per un periodo inferiore ai 12 mesi il bonus sarà proporzionato a tale periodo.

Novità – Quanto finora descritto è la norma che ci accompagnerà fino alla fine dell’anno. Dal 1° gennaio 2018, come anticipato, cresce la soglia di reddito per ottenere il predetto bonus Irpef da 80 euro (ossia 960 euro annui): il limite passa da 24.000 a 24.600 euro per la misura piena del credito Irpef. Mentre il limite della misura parziale passa da 26.000 euro a 26.600 euro.

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Ma a conti fatti cosa significa?

Ebbene, se ad esempio un dipendente nell’anno d’imposta 2018 ha avuto un reddito pari a 24.300 euro, non si applicherà più il meccanismo di dècalage. Quindi, anziché ottenere 816 euro, derivante dal seguente calcolo 960 * (26.000 – 24.300) /2000, otterrà semplicemente la misura piena di 960 euro, in quanto rientra per effetto della novità della Legge di Bilancio 2018 tra i beneficiari dell’intera misura.

 

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